Frequenta dapprima la Scuola d’Arte di Penne,
dove suo padre insegna scultura in legno e, dal 1935 per breve
tempo, i corsi di scenografia del Centro Sperimentale di Roma e le
lezioni alla Scuola Libera di nudo dell’Accademia di Belle Arti di
Roma, fino a quando ottiene una borsa di studio per l’Istituto
Superiore d’Arte per l’Illustrazione del Libro di Urbino.
Chiamato sotto le armi, durante la seconda Guerra Mondiale, a
seguito dello sbandamento dell’esercito italiano, arriva a Firenze,
dove vive una pausa felice nel circolo di amici artisti, quali
Felice Carena, Ardengo Soffici,e Ottone Rosai.
A Firenze nel 1940 Brindisi allestisce la sua prima mostra personale
con quadri che hanno una impostazione descrittiva e lirica: il
catalogo di questa mostra ha la presentazione di
Eugenio Montale. Fatto prigioniero dai tedeschi, riesce a fuggire
e si rifugia in clandestinità a Venezia fino al giorno della
Liberazione.
A Venezia inizia un sodalizio con il Gallerista Carlo Cardazzo, che
gli assicura un’intensa attività espositiva, presso la propria
Galleria "Il Cavallino".
Negli anni '40 e '50 Brindisi partecipa praticamente a tutte le
Biennali di Venezia ed alle Quadriennali di Roma, distinguendosi per
il grande impegno politico e civile, utilizzando caratteri
espressionisti nell'ambito della Nuova Figurazione, con chiare
tendenze
informali. Trasferitosi a Milano dal 1947, dove Cardazzo ha
aperto la Galleria Il Naviglio, Remo Brindisi entra nella polemica
tra realisti ed astrattisti, in corso in quegli anni, e si schiera
aderendo al Gruppo “Linea” con Dova, Kodra, Meloni, Paganin, Porzio,
Quasimodo, Joppolo e Tullier, si appropria di nuovi elementi e le
sue figure assumono il tipico appiattimento cubista.
Nel 1950, allo lo scioglimento del Gruppo Linea, si accosta al
movimento del Realismo, ma nel 1955 dopo una interessante mostra
antologica che il comune di Milano allestisce per Remo Brindisi al
Padiglione d'Arte Contemporanea e la prima personale a Zurigo, si
consuma la sua rottura nei confronti del movimento del Realismo, che
coinvolge, oltre l’ambiente artistico, anche la stampa politica.
Memore delle passioni degli anni di studio a Roma, allestisce grandi
pannelli per scenografie teatrali, sino alle pregevoli opere
destinate all'Arena di Verona, anche se i temi sempre presenti e
noti, sono le figure, i volti ed i paesaggi di "Venezie",
"Oppositori" e "Pastorelli". Nominato presidente della Triennale di
Milano, Remo Brindisi è stato per parecchi anni docente e direttore
dell’Accademia Di Belle Arti di Macerata, ricevendo la medaglia
d’oro della Pubblica Istruzione per meriti culturali.
La critica internazionale ha sottolineato ogni esposizione con il
suo consenso, promuovendo Remo Brindisi all'altezza dei Pittori più
conosciuti, facendolo diventare uno dei pittori maggiormente citati
e noti della pittura italiana del nostro secolo. Brindisi ha
ottenuto numerosi premi ed ha tenuto esposizioni personali a Palazzo
Reale a Milano alla Biennale di Venezia, alla Quadriennale di Roma,
ai Musei d'Arte Moderna di Trieste a Palermo, a Parigi, Nizza, al
Cairo, a San Paolo del Brasile. |