CARUSO Bruno |
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galleria d'arte il triangolo
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Ha iniziato a disegnare da bambino sotto la guida del padre copiando i disegni degli antichi maestri, ed eseguendo soprattutto copie di disegni di Leonardo, di Pisanello e del Mantegna. Ha compiuto gli studi classici e dopo la laurea in Giurisprudenza ha frequentato la facoltà di Lettere e Filosofia. Nell'immediato dopoguerra, ancora viva l'impressione delle devastazioni e dei disastri, tiene a Palermo la sua prima personale con una raccolta di disegni sulle periferie segnate dalla violenza della guerra, le case diroccate e i quartieri poveri della città. Nel 1946 soggiorna in varie città italiane fermandosi a Milano e nel 1947 a Praga a Monaco e a Vienna; a Praga esegue in quel periodo un ciclo di disegni sulla occupazione nazista che intitola, ispirandosi a George Grosz "Deutschland uber alles". A Vienna esegue numerosi studi sull'opera di Klimt e Schiele, e studia le opere della Secessione e dell'Espressionismo. Dipinge in quel periodo alcuni quadri sul cimitero ebraico di Praga e sulla vita notturna della città di Monaco. Conosce occasionalmente in quel periodo Thomas Mann che rivedrà con il passare degli anni numerose altre volte. Tra il 1949 e il '50 è a Parigi e a Londra. Rientrato in Italia si ferma per molti mesi a Milano dove conosce Vittorini e Quasimodo con i quali si lega di profonda amicizia. Disegna in quell'epoca la gente semplice della città, gli artigiani e i pescatori, le palme dei giardini pubblici, la flora tropicale dell'Orto Botanico di Palermo. Nel 1954 la Galleria dell'Obelisco di Roma gli dedica una mostra personale presentata da Libero de Libero; e in quell'occasione viene pubblicata la prima monografia sul suo lavoro con un testo di Leonardo Sinisgalli. In Sicilia disegna con fervore i contadini impegnati nella lotta per l'occupazione delle terre incolte e compie un ciclo di disegni sulla strage di Portella delle Ginestre ad opera del bandito Giuliano. Si lega di amicizia con Girolamo Li Causi, il grande dirigente delle lotte contadine. Partecipa attivamente alla lotta per l'emancipazione culturale della Sicilia, impegnadosi contro l'arretratezza del fenomeno mafioso e contro le malformazioni della politica. Promuove iniziative di grafica e di tipografia che troveranno grande eco nell'editoria siciliana. Negli anni cinquanta lavora per lunghi periodi al manicomio di Palermo e produce un gruppo di disegni che costituiscono un documento impressionante sulla condizione degli ospedali psichiatrici, un manifesto contro la discriminazione, e metaforicamente contro l'uso della camicia di forza e delle terapie di stampo medioevale; questo lavoro costituisce anche la premessa al nuovo discorso sulla riforma psichiatrica. Negli anni successivi compie una serie di viaggi per l'Europa, si reca in Medio e in Estremo Oriente alla ricerca delle profonde ragioni della vita dell'uomo, soffermandosi sui drammi e sulle tragedie che hanno dilaniato i paesi del terzo mondo, ed esegue una serie di disegni di denunzia sulla fame e contro le dittature, la guerra, la minaccia atomica e la sopraffazione. Soggiorna a lungo in Iran e nei paesi Arabi, visitando anche l'India, la Thailandia e il Giappone prima che venissero contaminati dalla peste del consumismo. In questi viaggi ha anche modo di studiare i capolavori dell'arte orientale appassionandosi all'arte della miniatura persiana ed indiana. Frequenta a Teheran un corso di calligrafia persiana. In Giappone conosce i grandi disegnatori del XVIII e XIX secolo, apprezzando più di tutto il grande Hokusai. È negli Stati Uniti al tempo dell'assassinio di Kennedy; lo guidano ospiti di rilievo: Malcom X, Jack Levine, Tennesse Williams, Ben Shahn. Esegue una serie di disegni sull'America. Pubblica le sue opere su Time, Life e Fortune. Realizza, appena rientrato in Italia, le scene ed i costumi per i balletti di Aurelio Milloss e per l'opera di Giancarlo Menotti. Dal 1959 si trasferisce definitivamente a Roma. Ma si reca nuovamente in Asia, prima in India durante i moti del Bengala e mentre imperversa la guerra del Vietnam è ad Hanoi invitato dal governo del Nord Vietnam. Pubblica numerosi libri sull'argomento ed illustra il testamento di Ho Chi Minh. In tutti questi suoi viaggi ha modo di incontrare gli uomini più rappresentativi di questo tempo: da Thomas Mann a Camus, da Picasso a Chagall, dal generale Giap a Pan Van Dong, da Brassai a Ben Shaha; conosce Stravinskj e Sartre, Max Ernst e Magritte e di tutti gli altri artisti contemporanei incontrati esegue ritratti, interpretazioni e allegorie che verranno pubblicate sul volume "Mitologia dell'Arte Moderna". Ma coloro con cui si lega di autentica amicizia sono Libero de Libero, Leonardo Sinisgalli, Enzo Sellerio, Herbert List e con i pittori Paolo Tommasi, Fabrizio Clerici, Renzo Vespignani e Giacomo Porzano e ancora Leonardo Sciascia, Rani, Gnoli, Francesco Giunta, Natale Tedesco. Ma Bruno Caruso si vanta scherzosamente di avere migliaia di amici sinceri in tutto il mondo. Da tutte le sue esperienze sono nati i disegni pubblicati in una l'un sequenza di libri: "Pace in Terra" (1963), "Il Pugno Ferro" (1963), "La Tigre di carta" (1964), "Totum procedit ex amore" (1964), "La Mano dell'Uomo" (196' "Manicomio" (1969), "Manoscritto sulle meraviglie de natura" (1969), "Anatomia della Società Civile" (197 "Disegni Siciliani" (1972), una scelta di "Disegni Polici" (1973), "La Pietra Celeste" (1977), "Le Giornate de Pittura" (1981). Ha inoltre illustrato le opere di Mach velli, di Mallarmé, di Ungaretti, di Manzoni, di VerIbn Gubair, e sul suo lavoro sono apparsi un centinaio di volumi e di saggi. Bruno Caruso ha esposto in tutto il mondo e le sue op re si trovano nelle grandi collezioni e nei principali musei. Nel 1986 l'Università di Palermo gli ha conferito la laurea honoris causa in materie letterarie. |