Nella bottega del padre, Eilio, imballatore in
Via Margutta a Roma, conosce Scipione e, dal 1934, inizima a
dedicarsi alla pittura, stabilendo con Mafai un vero e proprio
sodalizio di lavoro.
Tra il 1941 e il 1945 dipinge la serie degli "Orti" a Via Flaminia,
dove si era chiuso in volontario esilio, esordendo nel 1943 alla
Galleria Minima Il Babuino.
Dopo la Liberazione esegue con Mafai, Afro e Guttuso la prima
testata dell'"Unità" e partecipa alla "Prima mostra dell'arte contro
la barbarie".
Al dopoguerra risale il ciclo delle "Periferie" dipinte presso Ponte
Milvio tra il 1945 e il 1950.
Alla fine degli anni Quaranta va in cerca di nuove fonti
d'ispirazione viaggiando nella pianura Vercellese e poi in Svizzera,
Paesi Bassi e Germania.
Nel 1950 prende in affitto uno studio in Via Margutta a Roma.
Trova nuovi temi vivendo per due anni in Calabria prima tra i
contadini e i pastori della Sila, poi tra i pescatori di Scilla.
Vince il Premio Marzotto per la pittura del 1953, cui segue, nel
1957 il la Rosa d'oro della I Mostra Internazionale "Fiori
nell'Arte" di Ventimiglia. Contemporaneamente inizia a dipingere
nelle spiagge vicino Roma, soprattutto a Torvaianica e Fregene, e
nel '57 approda a Ustica, in Sicilia.
Datano agli anni Sessanta i viaggi in Germania (1961) e nelle
maggiori città sovietiche (1968-71), nonché le prime mostre di
grafica.
Nel 1970 la Galleria romana La Barcaccia, diretta dai fratelli
Russo, organizza una personale di settanta dipinti di Omiccioli dal
titolo "Scilla 70". |